Bobbio è un comune della media Val Trebbia, ai piedi del Monte Penice; dal paese si dirama una importante rete stradale che raggiunge l'Oltrepò pavese, l'Alessandrino, la Liguria.
Nell'inverno 1943-1944 Bobbio è occupata da esigue forze nazifasciste, che permettono al movimento partigiano di svilupparsi e attestarsi nelle valli adiacenti. Nella Val Trebbia operano la Divisione di Giustizia e Libertà "Piacenza", con circa 1.500 uomini e la Brigata Garibaldi "Stella Rossa", di circa 500.
Il 7 luglio 1944 i partigiani costringono i nazifascisti ad abbandonare Bobbio e l'intera valle da Torriglia a Rivergaro. Il territorio libero di Bobbio comprende 17 comuni della bassa Val Trebbia, mentre l'alta valle insieme con la Val d'Aveto costituisce la zona libera di Torriglia.
Dopo tre settimane dalla liberazione, il comando partigiano nomina una giunta, scegliendo direttamente tra i cittadini non compromessi con il Regime fascista e stimati dalla popolazione. L'autorità civile si occupa prima di tutto della politica alimentare: si decreta un prezzo d'ammasso del grano superiore a quello della Rsi, si fissa un calmiere sul pane, viene attuata la distribuzione di frumento alle famiglie più indigenti, vengono distribuiti i permessi di macellazione.
A Bobbio funzionano anche una officina per la riparazione delle armi e un ospedale civile. Sono presenti anche due tipografie, dove si stampano "Il Grido del Popolo" (GL Piacentina) e "Il Partigiano" (Garibaldini liguri).
Il 22 agosto 1944 ha inizio l'offensiva tedesca per ripristinare le comunicazioni fra la Liguria e la valle del Po.
Il 29 agosto, dopo due giorni di combattimenti, Bobbio viene occupata dai nazifascisti.
Ma già a settembre il movimento di Liberazione riprende vigore: tutte le forze partigiane confluiscono sotto il Comando unico piacentino retto da Emilio Canzi e ricominciano le azioni di disturbo ai danni degli occupanti.
Il 22 ottobre Bobbio viene nuovamente liberata da un battaglione formato in gran parte da ex alpini della "Monterosa" passati tra le fila partigiane; si ricostituisce così la zona libera del luglio-agosto, con in più la località di Varzi.
La Giunta nominata a luglio non riprende le sue funzioni, data la precarietà della situazione militare. L'amministrazione viene condotta direttamente dal Comando partigiano.
Il 23 novembre però prende il via un altro rastrellamento, condotto da reparti fascisti e dai "mongoli", cioè la Divisione "Turkestan" composta da ex prigionieri russi. Il 28 Bobbio cade.
Nel gennaio 1945 il grosso delle forze nazifasciste lascia la zona. Il 4 marzo i partigiani attaccano i residui presidi fascisti e liberano definitivamente Bobbio.
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
Entroterra ligure
Michele Tosi, La Repubblica di Bobbio. Storia della Resistenza in Val Trebbia e Val d'Aveto, Archivi Storici Bobiensi, Bobbio 1977
Mirco Dondi, La Resistenza tra unità e conflitto. Vicende parallele tra dimensione nazionale e realtà piacentina, Paravia - Bruno Mondadori Editori, Milano 2004
Matteo Mielati, Bobbio e la Resistenza: una storia dimenticata, Edizioni Pontegobbo, Rimini 2014