Il 10 marzo 1946 il governo sancisce il voto passivo per le donne, dopo quello attivo approvato il 10 febbraio 1945.
Tra il 10 marzo e il 7 aprile si tiene la prima tornata di elezioni amministrative nell'Italia liberata. Si rinnovano i consigli in 5.722 comuni: 10 marzo (436 comuni), 17 marzo (1.033), 24 marzo (1.469), 31 marzo (1.560) e 7 aprile (1.224). Altri 1.383 comuni andranno al voto in autunno in altre otto tornate elettorali: il 6, 13, 20 e 27 ottobre ed il 3, 10, 17 e 24 novembre.
Le donne rappresentano il 53% del corpo elettorale; e molte vengono elette come consigliere.
Alcune di loro vengono poi nominate sindaco.
La prima in assoluto è probabilmente Caterina (Katy) Tufarelli Palumbo Pisani, nominata primo cittadino di San Sosti (nella valle dell’Esaro, in provincia di Cosenza) il 23 marzo 1946.
La Tufarelli Palumbo era nata a Nocara il 25 febbraio 1922. Di famiglia facoltosa, si era sposata durante la guerra con l’avvocato Baldo Pisani, all’epoca ufficiale carrista e più tardi presidente della provincia di Cosenza. Caterina aveva frequentato le scuole superiori a Roma e si era poi laureata in giurisprudenza a Napoli. Nel 1946 si presenta alle elezioni per la Dc, ma poi viene votata all’unanimità dal Consiglio, a dimostrazione della personalità carismatica e del forte impegno civile. Tra i suoi primi provvedimenti si registra la nomina del comitato comunale di assistenza, un organismo di vitale importanza di fronte alla dilgante povertà e alla diffusa disoccupazione. Resterà sindaca fino al 1952, quando concluderà il suo mandato con una dettagliata relazione dalla quale emergono le importanti conquiste raggiunte per questo paese di 3.500 abitanti: l’asilo infantile, l’orologio pubblico, l’acquedotto comunale, il mercato coperto, le case popolari. Uno degli ultimi atti dell'amministrazione è l'assunzione di un mutuo presso la cassa depositi e prestiti per 29 milioni, per la costruzione del nuovo edificio scolastico. La Tufarelli Palumbio morirà a Roma nel 1979.
In Calabria ci sono altri casi di prime cittadine donne nel 1946: Lyda Toraldo Serra a Tropea (Vibo Valentia) e Ines Nervi in Carratelli a San Pietro in Amantea (Cosenza).
Ma va ricordato anche quanto avviene a Zaccanopoli, un piccolo comune nel catanzarese, in cui le donne non votano perché, come scrive il prefetto, hanno ritenuto d’intesa con i loro uomini, che l’esercizio del diritto di voto potesse apparire come una manifestazione di immodestia e di esibizionismo”.
Tra le altre sindache nominate in Italia nella primavera 1946 occorre ricordare Ada Natali a Massa Fermana (31 marzo); Anna Arisi a Borgosatollo (Brescia), Elena Tosetti a Fanano (Modena) e Margherita Sanna a Orune (Nuoro) il 7 aprile; Anna Montiroli a Roccantica (Rieti) l'8; Ninetta Bartoli a Borutta (Sassari) il 10. Elsa Damiani Prampolini, già nominata dal Prefetto il 12 agosto 1946, è invece eletta sindaca di Spello (PG) nelle elezioni del 10 novembre 1946.
In Italia, oggi, solo il 15% dei sindaci sono donne.
FASE VII - Dal 03/05/1945 al 03/06/1946
Sud e Isole
Italia 1946: le donne al voto, Milano 2006
1946, i comuni al voto: elezioni amministrative, partecipazione delle donne, La Mandragora, Imola 2007
Patrizia Gabrielli, Il primo voto: elettrici ed elette, Castelvecchi, Roma 2016