Nato in una famiglia della buona borghesia romana, frequenta la facoltà di Giurisprdenza e durante il conflitto presta servizio nella Guardia di frontiera a Malles, nei pressi del confine con Svizzera e Germania, lontano dai fronti di guerra. Dopo la caduta del regime, vive i giorni che seguono l’armistizio e la battaglia di Porta Pia come momenti caratterizzati dall’estrema difficoltà di comprendere ciò che gli sta accadendo intorno: la diffusa rimozione della gravità dell’occupazione nazista e la «rincarnazione contro natura» rappresentata dal ritorno del fascismo. Emerge in lui la necessità di aggregarsi alle prime forze organizzate della Resistenza: entra allora in contatto con un gruppo socialista, che è occasione d’incontro con l’esperienza dei militanti antifascisti (in primis Eugenio Colorni). Impegnato nella diffusione di stampa clandestina viene arrestato il 22 ottobre 1943 in circostanze talmente grottesche da apparire surreali: in possesso di volantini allo scadere del coprifuoco, coglie l’occasione per disfarsene gettandoli in una vettura con i finestrini abbassati; si tratta però dell’auto del vicecapo della polizia repubblicana Guido Leto. Rinchiuso nel sesto braccio di Regina Coeli, gli si apre dinnanzi uno strano mondo carcerario, nel quale un’umanità composita – antifascisti storici e dell’ultim’ora, fascisti di “sinistra” e fascisti corrotti, persone prese per caso e personalità politiche, internati stranieri e dissidenti meridionali – gira liberamente impegnata in un frenetico scambio di opinioni. Con il trasferimento nel Forte Urbano di Castelfranco Emilia il 22 dicembre del 1943 il carcere diviene al contrario esperienza di solitudine e paura. L’alienazione è occasione per affinare lo sguardo analitico sulla Repubblica sociale italiana: sulla «vischiosità burocratica che convive con le peggiori decisioni politiche», una forma di acquiescenza passiva solo in apparenza innocua; ma soprattutto sul sovrappiù di tragicità rappresentato dalla costante minaccia delle fucilazioni, che incombe sui detenuti trasformati in materiale umano per le rappresaglie. Il 20 agosto 1944, grazie all’intercessione dei famigliari, viene rilasciato a condizione di arruolarsi presso il distretto di Milano. Dopo un rocambolesco viaggio attraverso un’Italia segnata dalla guerra, raggiunge la città, ma adottata una’identità di copertura riesce a entrare in contatto con l’ala milanese del Partito italiano del lavoro: un marginale gruppo di giovani intellettuali, caratterizzato da uno spiccato radicalismo etico, che si batte per una rivoluzione sociale e morale del paese, aspirando a un cambiamento integrale della classe dirigente nazionale. La serrata denuncia dei compromessi operanti tra partiti antifascisti e monarchia al Sud e della conseguente strumentalità del movimento di Resistenza, divenuto involontario elemento di affermazione di un antifascismo di facciata, condurrà Pavone e il gruppo alla scelta di concepire l’adesione alla lotta armata solo come strumento di difesa. Partecipa comunque dell’euforia e della gioia della Liberazione a Milano, pur assistendo con un misto di paura e vergogna all’impiccagione di Mussolini in piazzale Loreto. Nel dopoguerra diviene funzionario degli archivi di Stato, attività a cui si dedica per miolti anni con passione. Dal 1974 è professore universitario di storia contemporanea presso l’Università di Pisa, dove insegna fino al 1991. L’intera traiettoria del suo percorso di ricerca – incentrato sui temi della guerra civile e della continuità dello Stato – mette in luce il valore delle potenzialità culturali scaturite dalle contraddizioni etiche della guerra, anche all’interno di esperienze di Resistenza antieroiche come la propria.
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
FASE III - Dal 01/01/1944 al 03/06/1944
FASE IV - Dal 04/06/1944 al 12/11/1944
FASE V - Dal 13/11/1944 al 08/04/1945
FASE VI - Dal 09/04/1945 al 02/05/1945
Linea Gustav
Zona padana e prealpina
Perché le Resistenza?
Antifascismo e Resistenza
La Resistenza dei militari
La scelta dell'8 settembre 1943
I nemici della Resistenza
La Resistenza e l'Europa
La violenza nella Resistenza
La storiografia sulla Resistenza
C. Pavone, La mia Resistenza. Memorie di una giovinezza, Roma 2015
C. Pavone, Una guerra civile. Saggio storico sulla moralità nella Resistenza, Torino 1991
C. Pavone, Alle origini della Repubblica. Scritti su fascismo, antifascismo e continuità dello Stato, Torino 1995