Nato in un paese della provincia di Teramo, si laurea in medicina e chirurgia a Roma nel 1932. Conseguita la specializzazione in Pediatria a Padova intraprende, come il padre, la professione medica a Teramo. Per la sue idee democratiche e l’avversione al regime è sottoposto a vigilanza dalla polizia fascista. Richiamato alle armi come ufficiale medico nel 1940, si prodiga nella cura dei feriti prima sul fronte francese, poi negli ospidali da campo allestiti in Puglia per i soldati reduci dalla campagna di Grecia. Dopo il congedo viene nominato presidente dell'Opera Maternità e Infanzia.
Al paese d’origine si fa intanto conoscere come dottore dei poveri e il suo studio diventa punto di riferimento per gli antifascisti locali. Insieme ad altri compagni fonda il Partito d'Azione teramano: s'impegna nella raccolta di fondi a sostegno dei perseguitati politici (anche con cospicui contributi personali) e nella diffusione della stampa clandestina. Alla notizia dell’armistizio sente di dover intensificare il proprio impegno e prende parte al Comitato insurrezionale, composto da comunisti e azionisti con l’adesione di cattolici, socialisti e democratici. In una delle riunioni organizzate presso il suo studio Capuani, che conosce bene la zona di montagna sopra Torricella Sicura, propone Bosco Martese quale roccaforte della guerriglia. Lo spostamento da Teramo inizia intorno al 20 settembre, quando appare chiaro che i tedeschi sono in procinto di controllare l’intera provincia. Inizia quindi un lungo esodo verso la località il Ceppo di Bosco Martese, che coinvolge sia militari reduci dai fronti di guerra sia civili antifascisti: persone di ogni classe sociale e di ogni età che si accampano in tende e vivono di ranci di fortuna ed espedienti. Capuani, per mezzo della sua Topolino s’incarica di fare la spola tra Teramo e il Ceppo per portare notizie ai combattenti acquartierati sul luogo. Di notte diversi uomini scendono a valle, per caricare armi e vettovaglie dai magazzini delle caserme ormai quasi vuote.
Il 25 settembre i tedeschi, guidati da esponenti fascisti, danno però inizio ad una spedizione in forze verso il Bosco Martese. I combattimenti sono agguerriti e la colonna germanica viene in un primo tempo respinta e scompaginata. I tedeschi si vendicano però immediatamente sui prigionieri catturati fucilandoli sul posto. Capuani, rientrato nella sua casa di Torricella, nei giorni seguenti si trova impossibilitato a tornare al Ceppo per curare i feriti per mancanza di mezzi e a causa dei continui pattugliamenti. Mentre i soldati nazisti riorganizzatisi attaccano nuovamente in forze l’avamposto partigiano, è prelevato da militari germanici dalla propria abitazione sotto gli occhi della famiglia: con una scusa viene fatto uscire ed è ricondotto al Ceppo, dove dopo un simulacro di processo è giustiziato con un colpa di pistola alla nuca.
FASE I - Dal 10/06/1940 al 07/09/1943
FASE II - Dal 08/09/1943 al 31/12/1943
Linea Gustav
Antifascismo e Resistenza
La Resistenza dei militari
La scelta dell'8 settembre 1943
La memoria della Resistenza: personaggi e date
R. Cerulli, L. Pierantozzi, La Resistenza a Teramo da Bosco Martese alla liberazione, Teramo 1978
C. Felice, Dalla Maiella alle Alpi. Guerra e Resistenza in Abruzzo, Roma 2014
L. De Marcellis, Mario Capuani. Pediatra ed eroe della Resistenza di Bosco Martese, Fondazione Pasquale Celommi Onlus 2013